Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA
Mentre assumevo la dose giornaliera di FB, mi sono imbattuto nella storia di Nicole, una diciannovenne che ha sofferto di anoressia, fino a diventare uno scricciolo di 39 kg. Fin qui tutto bene, cioè male.
La faccenda si è tinta di interesse quando irrompe sulla scena Antonio, per gli amici il bell’Antò.
Il giovane è capostipite di una nuova forma di ONG a sostegno delle fragilità: ogni giorno fa il giro del globo-web, alla ricerca di tutte le Nicole, con il nobile scopo di aiutarle a diventare anoressiche esperte. Offre le proprie dita per facilitare loro il vomito e nel frattempo dice a tutte che sono bellissime, che quelle ossa sono un simbolo di purezza e di perfezione. In cambio, Antonio, chiede foto dei loro corpi nudi.
Uno scambio equo, dove ognuno guadagna qualcosa: Antonio soddisfa i propri istinti deviati e l’anoressia trova un valido alleato. Qualcuno potrebbe obiettare che a rimetterci sono le ragazze. E’ vero, ma in un mondo governato da egoismi non bisogna essere schizzinosi e apprezzare la generosità del bell’Antò.
Fino a qualche anno fa avremmo potuto fingere di scandalizzarci e tirare sassi all’impuro Antonio. Più che altro per chiarire al nostro pubblico che noi proprio non siamo come Antonio. Oggi, con uno slancio di analisi capiremmo che Antonio è un agnello sacrificale, buono da dare in pasto all’opinione pubblica. Sfama il bisogno d’indignazione di noi persone per bene, consentendoci di lasciare tutto invariato.
Esiste un esercito di invasati come Antonio, travestiti da pubblicitari, conduttori televisivi e influencer, che con ogni mezzo diffondono la mentalità anoressica, fatta d’insoddisfazione e idealizzazione della magrezza? Ma mentre Antonio è iscritto ufficialmente nella squadra degli psicopatici, gli altri pretendono di insegnarci la vita.
Gli integralisti della forma e del peso, li riconosci subito: sono incapaci di sorridere delle imperfezioni del mondo e di se stessi. Ci abbagliano col mito della purezza e della perfezione, fino a convincerci che sia un valore.
Per fortuna la vita non la pensa così. La vita è costruita da una moltitudine d’imperfezioni che messe assieme la rendono speciale. Come le tessere di un puzzle, che da sole sono inutili e unite ti offrono un incanto. La bellezza della vita la scopri solo quando hai imparato a perdonarne le trappole che pone fra te e i tuoi desideri.
Il piacere dell’indignazione non bisogna sottrarlo a nessuno: rinforza la nostra autostima e ci fa schivare le responsabilità per darle a qualcun altro. Ad Antonio, in questo caso. Però, l’indignazione da sola è improduttiva: dinanzi a certi programmi dovremmo avere la forza di cambiare canale e a taluni influencer di togliere il segui.
Ma a quel punto rischieremmo di trovarci di fronte al nostro peggior nemico con cui dover combattere: noi stessi.