Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Da qualche anno abbiamo messo a punto un programma per aiutare i bambini a perdere peso. È divertente e funziona. I bambini dimagriscono e i genitori smettono di fare la lotta coi figli.


Su questa attività Claudia ha l’esclusiva. Scelta obbligata, considerato che i bambini dopo il primo incontro chiedono di non rivedere nessuno che non sia lei. Misteri di gioventù.

Nicola ha iniziato il nostro programma-gioco ed è balzato in testa alla classifica dei più bravi. In poche settimane ha già conquistato: ottantasette punti per i suoi nuovi comportamenti, tre premi a ricompensa dei suoi sforzi e tutti i cuori della nostra equipe. Questi ultimi, gratis.

Non salta più la colazione, ha patteggiato con le verdure un onorevole "ne inserisco un tipo al giorno" e la frutta è diventata titolare dello spuntino pomeridiano, quattro volte a settimana, scalzando quelle merendine che sanno di cioccolato, latte e inganno.

Quando Claudia è entrata nella mia stanza, mi ha insospettito. Nascondeva dietro la schiena un foglio e sotto gli occhiali da sole di osso marrone un sorriso soddisfatto.

Spalma sul tavolo quel foglio segreto e mi mostra un testo che era un rimedio alle brutte giornate: “Sei la mia dottoressa preferita. Ti voglio bene”. In alto, un prezioso pesciolino di origami mostrava la cura con cui era stato realizzato, il tutto ammorbidito da tanti cuoricini rossi.

Ci aveva speso del tempo, prima a pensarlo e poi a realizzarlo. La mamma ha testimoniato, precisando: “Lui è dolcissimo; quando meno te lo aspetti, ti lascia di sasso, con un disegno, un parola o un bacio”.


La signora cambia musica, spinge fuori un sospiro di sconforto e aggiunge: “Peccato per il suo peso”. Dostoewskij diceva che per avere conforto, chi ci conforta deve provare il nostro stesso dolore. Parlava certamente della mamma.

Ci ha spiegato che non c’è contesto in cui non venga escluso o criticato. “Perfino in oratorio la maestra l’ha accusato di non saper piegare la carta”.

Tutte le persone che lo circondano sembrano ispirate alla vignetta in cui Lucy guarda Charlie Brown e commenta: “Ogni volta che lo guardo mi sale una critica”. Solo che Nicola non è una figurina ma un bambino di dieci anni.

I più romantici sono certi che Lucy amasse segretamente Charlie. Forse è così anche per Nicola. Ma converrebbe iniziare a dirglielo chiaramente, vista la sua stravagante abitudine di non capire che "sei grasso" significa "ti voglio bene" e nemmeno che "sembri un gorilla" significhi "non vediamo l’ora di giocare con te".

Il mondo dei magri non ne vuole proprio sapere di far pace con la parola accettazione.

Quando la mamma ha cercato di convincerlo che i compagni non lo volevano ferire mi è venuta in mente l’immagine di Benigni che con un pigiama a righe traduce a Josuè le regole di gioco di speranza.

“Dottore”, ha detto Nicola, “io lo so che sono grosso, ma anche i miei compagni hanno difetti, solo che non si vedono come i miei chili.”

Nicola attraversa quell’età in cui la speranza ti fa credere che in un abbraccio ci stia tutto il mondo e l’ingenuità ti illude non esistano ragioni che impediscano a chiunque di farne parte.


Speriamo che i bambini non si stanchino mai di ricordarci la vita che desideravamo da piccoli.