A cura di:

Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


La storia del cinema italiano è ricca di sequenze memorabili e divertenti che riportano maldestri tentativi di truffare ingenui turisti stranieri e nostrani. Dalla fontana di Trevi di Totò al carcere di Regina Coeli di Lino Banfi, queste pellicole hanno a che fare con l’arte della comicità invece che con il crimine.

Per onestà, bisogna dire che probabilmente abbiamo riso anche con la voce stridula e isterica di Wanna Marchi, quando nessuno immaginava cosa ci sarebbe aspettato dopo, cioè oggi.

Di imbonitori, maghi della magrezza e spacciatori di prodotti per la perdita di peso ne è pieno il web e ci siamo rassegnati a conviverci, sia i nutrizionisti che i legislatori.  

Ma questa vicenda ha alzato pericolosamente lasticella, portandola ad un livello nuovo, inatteso e sorprendente. 

Un sedicente scienziato del cibo è riuscito a creare un modello personale di dieta con cui curare ogni forma di malattia, delegittimare la classe medica del proprio ruolo, soggiogare numerose persone piegandole alle proprie allucinate teorie, avvalendosi di segretarie, collaboratori e capi zona. Una organizzazione segreta che si nascondeva su internet, dunque visibile a soli alcuni milioni di cybernauti.

In attesa che ci si decida ad istituire il reato di ingenuità, quando si stabilirà che in ambito scientifico le teorie in libertà sono dei crimini contro l’umanità?