Dott.ssa Milena Bari - Psicologa, psicoterapeuta
Quando siamo lontani da una persona cui vogliamo bene, desideriamo riabbracciarla prima possibile.
Contiamo i giorni, le ore che ci separano da lei e quando arriva il momento siamo emozionati come il primo giorno di scuola.
Per Alba il lunedì è sempre l’inizio di una nuova avventura. Da quando ha scoperto Renga dice che è il suo “giorno, più bello del mondo”.
Le piace essere accolta e ascoltata per quello che è: dice che ora si sente una persona con una problema e non una malata.
Deve essere stata dura sprofondare sulla sedia del paziente a sentirsi dire cos’è, cos’ha e cosa dovesse fare. Lunghe e interminabili sedute in cui tutti avevano la soluzione ai suoi problemi: tranne lei. Fino a convincersi che soluzione non c’è e che il problema fosse lei.
Terminato l’ultimo incontro mi ha salutato con un sorriso convinto, ha inforcato i suoi strambi occhiali da sole e mi ha detto: “dottoressa, come ha fatto a capire ciò che non ho detto?”
Ascoltare chi ci parla è la parte più impegnativa di una relazione. Bisogna sentire con le sue orecchie, attraverso il suo stesso cuore, regolato dagli stessi pensieri. Mentre parli con una persona bisogna diventare quella persona. Quando accade è come togliere il tappo che trattiene emozioni e pensieri e chi hai di fronte inizia a svuotarsi delle proprie paure.
Alba è sempre in anticipo: “Non mi va di saltare il treno delle mie opportunità”, dice.
Ama raccontarmi i suoi pensieri. Da quando le cose vanno meglio anche quelli non legati al problema. Adesso mi parla di un nuovo modo leggere gli eventi.
“Prima tutti mi spingevano in una direzione che non era la mia. Capivo che era giusta, ma non era mia. Lei è stata la prima a non spingermi da nessuna parte. Si è seduta accanto a me, lasciandomi il tempo di scegliere. E io ho preso quella strada che prima rifiutavo.”
Quando incontriamo un paziente, talvolta, cerchiamo ciò che non va, individuiamo una soluzione e ci raccomandiamo che la attui. Come se il loro guasto fosse più importante di tutte le cose che funzionano.
Ma le persone non sono macchine: hanno sentimenti, bisogni e risorse. Alba ha imparato a concentrarsi su ciò che di buono è, facendosi forza con le cose che sa fare. Un pezzetto alla volta ha gettato le basi su cui costruire la sua nuova vita.
Durante le sedute parla di strade, direzioni e di quanto sia bello esplorare ciò che prima la spaventava.
Ora che quelle strade non fanno più paura, che i vecchi ostacoli non sono più dei limiti, ha capito che le difficoltà sono barriere da superare.