Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA


Nemmeno il tempo di abituarci alle smanie rivoluzionarie e ai cappelli alla rovescia dei millennial che subito i ragazzi ci sorprendono inventandosi la generazione Z.



Z sta per digitale, una generazione in cui gli stili di vita non dipendono più da come si comporta il cugino figo cresciuto qualche porta più in là, ma dalle pulsioni social dei nuovi indicatori dei nostri bisogni: gli influencer.

Anche le abitudini alimentari sembrano coinvolte in questa digitalizzazione delle abitudini.

I ragazzi consumano più prodotti confezionati e monoporzioni. Sono anche meno selettivi. Ricordate quelle lotte all'arma bianca per indurli a mangiare alimenti nuovi? Scordatevelo. I giovani di oggi sono aperti alla diversità, alle spezie, e consumano meno proteine animali.

La novità più grande sta nel fatto che questi ragazzi sembrano invertire una tendenza che era diventata un marchio di età: cercano meno patatine e fast food, e apprezzano di più i cibi bio e naturali.

Sembrano buone notizie. Ma come diceva Manzoni: non tutto cio che viene dopo è progresso. E ogni medaglia ha il suo rovescio.

Se siete genitori di ragazzi dai 15 ai 20 anni tenete dritte le antenne.

Questi ragazzi vivono la propria vita sempre impegnata, con uno stile frenetico e non riescono a dare la giusta importanza alla corretta alimentazione. Hanno poco tempo da dedicare alla spesa, alla cucina o persino a mangiare. I ritmi dei pasti spesso sono secondari ad altri impegni.

Questo comporta un’alimentazione inconsapevole e caotica. L'atto di mangiare perde di significato e diventa un gesto automatico, privo della giusta collocazione nella scala delle priorità. Fra una cosa e l'altra, si mangia.

Alla lunga il peso può salire e la salute può essere a rischio.

Se riconoscete in questa descrizione vostro figlio, sappiate che è inutile tentare di convincerlo con lunghe prediche che otterranno come risposta un lungo elenco di ragioni per proseguire nella propria direzione. Lasciate perdere quei tentativi di spiegare quanto la loro salute sia a rischio. Non serve. Avete dimenticato la sensazione di invincibilità che avevate a quell'età? Ecco, loro si sentono bene e invincibili.

Piuttosto, cercate di concordare un piccolo cambiamento, iniziando dalla gestione degli orari. Sforzatevi di dargli una base di regolarità, farli mangiare ad un orario prestabilito e non quando capita.

Già questo, sarà di grande aiuto per aumentare la consapevolezza alimentare e riconfigurare la percezione dei bisogni. Sistemare gli orari dei pasti permette al corpo di riconnettersi e inviare stimoli al cervello che consentano di allineare i comportamenti ai reali bisogni. Provateci e poi premete il tasto Enter.