Dott. Francesco Iarrera - Responsabile UOL AIDAP Oliveri, Referente Regionale AIDAP SICILIA
Fabrizio mi chiama e senza nemmeno salutarmi, attacca: “Vai a guardare la nuova puntata del duello!”.
Ho cominciato a scorrere i file della mia mente per capire di cosa parlava. Ho pensato a Bartali contro Coppi. Ma Fabrizio non sa andare in bicicletta. Forse parla di Achille e Ettore. Ma Fabrizio non legge. Mi restava solo Goldrake contro i mostri di Vega, ma giacché questi ultimi sono tanti, non può essere un duello.
Mi ero quasi rassegnato e lui prosegue: “Quelli delle intolleranze dicono che hanno inventato un nuovo test!”
Ora mi era tutto chiaro. Da quando il mondo è andato avanti, cioè indietro, e l’Italia si è scoperta una repubblica basata sulle diete, è fiorita una nuova specie di duellanti: gli “Intolleranza si” e gli “Intolleranza è solo fuffa”.
Si tratta di due gruppi rivali molto agguerriti, con una caratteristica comune: sono convinti che gli altri dicano baggianate.
Gli esponenti di entrambe le fazioni sono cresciuti in ambienti simili, chiamati università. Fabrizio si illude che in quei luoghi si insegni la stessa dottrina, dagli stessi libri. Lui è un idealista e si aspetta che i nutrizionisti diffondano temi simili, se non uguali.
Non è così e una volta fuori dalle sacre aule del sapere, si lasciano andare a spettacoli di rara ferocia.
Di solito, la prima mossa spetta alla cricca dell’”Intolleranza si”. Come tutte le mattine apri Facebook per imparare un po’ di vita degli altri e ti investe una valanga di notizie prodigiose. "Hai mal di testa? Mal di pancia? I piedi gonfi? La fidanzata ti ha lasciato? Sei sicuramente intollerante a 2643 alimenti”.
Di cui almeno uno ha a che fare con i carboidrati.
Ma si sa, ogni mattina, come sorge il sole, un membro dell’”Intolleranza si”, si sveglia e sa che la vita da social è dura e pericolosa. Infatti, qualche minuto dopo, salgono sul ring i sostenitori de l’”Intolleranza è fuffa”.
Serrano i denti, accendono il pc, tirano su le maniche del pigiama, armano la tastiera e chiamano l’amico per sfogare la propria indignazione a via di male parole. “Ti rendi conto cosa hanno scritto? Ora sostengono che, se scoprono a cos’è intollerante, persino Renzi potrà tornare simpatico”.
Come sorge il sole, non importa a che fazione appartieni, l’importante è che tu scriva qualcosa. Inizia la zuffa per la sopravvivenza ideologica. “Non sai cosa dici”, “Tu sei limitato a ciò che leggi sui libri”, “Sei la rovina dei nutrizionisti”.
Gli effetti collaterali di queste risse da bar sono sul conto degli sventurati pazienti, che confusi come Toninelli sulla questione del Brennero, danno testate sulle porte, pensando che la nutrizione non sia una cosa seria.
E su questo punto non ci sarebbe da scherzare.
Una leggenda narra che nel 1543 un certo Nicolò Copernico sviluppò il metodo scientifico. Grazie a questo metodo ci curiamo con gli antibiotici invece che con i decotti, ci spostiamo sugli aerei e non sulle macchine dei Flintstones, comunichiamo con messaggi di testo invece che di fumo.
Questo metodo sembra affidabile e sulle intolleranze non ha dubbi:
- Sono uno spreco di denaro.
- Impediscono di lavorare seriamente per identificare e risolvere il vero problema.
- Mantengono e potenziano la ragione del malessere.
- Aumentano il rischio di ammalarsi di Anoressia
Qualcuno sostiene anche che il mondo non sia piatto. Ma su questo recentemente si è tornati a discutere.